Chi si occupa di marketing e, ancor più, chi si occupa di vendite dovrebbe avere sempre il polso della situazione, conoscere bene le statistiche commerciali.
Chiari i numeri propri e chiara la visione d’insieme (specie se si hanno ruoli di coordinamento), con un saldo ancoramento sia con il passato recente (mese/anno precedente) sia con il futuro, ovvero gli obiettivi da raggiungere.
Il fine?
Sapere in ogni momento quale sia la propria posizione relativa, il livello di soddisfazione/insoddisfazione rispetto al proprio operato e le mosse da fare sul mercato, su specifici canali o singoli clienti.
Pensate che le statistiche commerciali non vi riguardino?
SAPERE E' POTERE.
Siete sicuri di sapere quanto avete venduto (o ha venduto la vostra azienda/rete commerciale) nell’ultimo anno, mese, settimana?
E se parlo di anno mobile?
E se vi chiedo il dato a livello aziendale?
O l’importo dell’ordine medio?
E il fatturato medio di un venditore della vostra azienda?
E qual è l’area migliore per fatturato o nr. clienti?
Lo sapete a menadito! Se sì, bravi, ma non è sempre così e queste sono giusto le basi, l'ABC delle statistiche commerciali.
Ma perché le statistiche possono essere trascurate dal personale commerciale e di marketing?
Bisogna pretendere un flusso costante e aggiornato di tutti i dati necessari, forniti in modo chiaro e leggibile, con tempestività e a ragionevole cadenza (settimanale per gli ordini/mensile per i fatturati, di norma).
Ahi! Mai trascurare queste cose. Le statistiche sono una cosa seria!
Vanno lette e comprese per non perdere il filo del discorso con la propria azienda, e con il proprio lavoro, alla fine dei conti.
Se poi si hanno a disposizione preziosi, comodi, strumenti online, sarà utile consultarli con regolarità, magari anche tutte le sere, 5 minuti soltanto, ma ben impiegati.
Se non altro per verificarne aggiornamento e correttezza – mica detto che tutto funzioni sempre alla perfezione…
Se ci pensiamo bene, seguire le statistiche diventa anche una forma di autogratificazione, vedere i numeri che crescono, i grafici che salgono, grazie al proprio costante, sudatissimo lavoro!
Talvolta chi fa marketing ritiene che i numeri attengano al commerciale e non competano invece a chi ha un ruolo diverso.
Se posso permettermi, è un errore.
Ogni piano marketing che funzioni parte sempre da un’analisi qualitativa e quantitativa (numerica) del mercato e dei competitor, prosegue con i budget di vendita e con gli stanziamenti per gli investimenti ecc.
Togliere al marketing i numeri significa passare dal marketing alla comunicazione, che solo una delle varie leve del marketing operativo. Scusate ma mi pare un po’ riduttivo!
E comunque anche chi si occupa della comunicazione deve conoscere il mercato (il target) a cui si rivolge, anche dal punto di vista quantitativo: quanto può spendere in media il destinatario della mia promozione/comunicazione? Qual è il suo carrello della spesa? Come rivende i miei prodotti (se mi rivolgo al trade) ecc.
Forza ragazzi (e ragazze) e sotto con i numeri!
Chiara Tonon
Chiari i numeri propri e chiara la visione d’insieme (specie se si hanno ruoli di coordinamento), con un saldo ancoramento sia con il passato recente (mese/anno precedente) sia con il futuro, ovvero gli obiettivi da raggiungere.
Il fine?
Sapere in ogni momento quale sia la propria posizione relativa, il livello di soddisfazione/insoddisfazione rispetto al proprio operato e le mosse da fare sul mercato, su specifici canali o singoli clienti.
Pensate che le statistiche commerciali non vi riguardino?
SAPERE E' POTERE.
Siete sicuri di sapere quanto avete venduto (o ha venduto la vostra azienda/rete commerciale) nell’ultimo anno, mese, settimana?
E se parlo di anno mobile?
E se vi chiedo il dato a livello aziendale?
O l’importo dell’ordine medio?
E il fatturato medio di un venditore della vostra azienda?
E qual è l’area migliore per fatturato o nr. clienti?
Lo sapete a menadito! Se sì, bravi, ma non è sempre così e queste sono giusto le basi, l'ABC delle statistiche commerciali.
Ma perché le statistiche possono essere trascurate dal personale commerciale e di marketing?
- Perché l’azienda non fornisce i dati
Bisogna pretendere un flusso costante e aggiornato di tutti i dati necessari, forniti in modo chiaro e leggibile, con tempestività e a ragionevole cadenza (settimanale per gli ordini/mensile per i fatturati, di norma).
- Perché non si ha tempo per leggere i dati che pur vengono messi a disposizione
Ahi! Mai trascurare queste cose. Le statistiche sono una cosa seria!
Vanno lette e comprese per non perdere il filo del discorso con la propria azienda, e con il proprio lavoro, alla fine dei conti.
Se poi si hanno a disposizione preziosi, comodi, strumenti online, sarà utile consultarli con regolarità, magari anche tutte le sere, 5 minuti soltanto, ma ben impiegati.
Se non altro per verificarne aggiornamento e correttezza – mica detto che tutto funzioni sempre alla perfezione…
Se ci pensiamo bene, seguire le statistiche diventa anche una forma di autogratificazione, vedere i numeri che crescono, i grafici che salgono, grazie al proprio costante, sudatissimo lavoro!
Talvolta chi fa marketing ritiene che i numeri attengano al commerciale e non competano invece a chi ha un ruolo diverso.
Se posso permettermi, è un errore.
Ogni piano marketing che funzioni parte sempre da un’analisi qualitativa e quantitativa (numerica) del mercato e dei competitor, prosegue con i budget di vendita e con gli stanziamenti per gli investimenti ecc.
Togliere al marketing i numeri significa passare dal marketing alla comunicazione, che solo una delle varie leve del marketing operativo. Scusate ma mi pare un po’ riduttivo!
E comunque anche chi si occupa della comunicazione deve conoscere il mercato (il target) a cui si rivolge, anche dal punto di vista quantitativo: quanto può spendere in media il destinatario della mia promozione/comunicazione? Qual è il suo carrello della spesa? Come rivende i miei prodotti (se mi rivolgo al trade) ecc.
Forza ragazzi (e ragazze) e sotto con i numeri!
Chiara Tonon
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