State gestendo bene la vostra pagina aziendale su Facebook?
Siete proprio sicuri?
Controllate qui sotto se siete esenti dai 5 errori più comuni che – prima o poi – tutti rischiamo di commettere su Facebook.
Perché tutti siamo utilizzatori, ma pochi sono accorti comunicatori!
Ecco gli errori da evitare:
1) Contenuti di bassa qualità: i post che si pubblicano devono sempre essere originali (il web punisce le repliche), interessanti, esteticamente gradevoli, scritti con ortografia e sintassi corrette.
Se non siete in grado di soddisfare questi requisiti, le soluzioni sono varie: dalla formazione, alla richiesta di consulenza alla condivisione di post di altri più bravi.
Inoltre non è consigliabile ripubblicare ossessivamente sempre le stesse cose. La gente si stufa facilmente e basta un click per “smettere di seguire” o segnalare come spam.
2) Foto sbagliate: Facebook richiede formati e qualità ben precise delle foto, che saranno di taglio orizzontale o quadrato, in varie proporzioni, a seconda della posizione nella pagina. Altrimenti la visualizzazione sarà monca, tronca, sfuocata. Se invece le foto sono troppo "pesanti" ci vorrà troppo tempo per visualizzarle su mobile.
Sfatiamo anche il mito del “si può fare tutto con il cellulare”. È vero e non è vero, per le foto. È vero solo se c’è buon gusto, mano ferma, senso dell’inquadratura e un po’ di fotoritocco, dopo: non per niente è nato Instagram. Ma non sarà mai come il lavoro di un fotografo - e una foto malfatta resta tale con tutto il fotoritocco del mondo.
Dei video girati con il cellulare non voglio neanche parlare, come delle foto rubate (magari ancora con il watermark in vista).
Non credete a Fiorello: la pubblicità di questi giorni non è stata girata con il cellulare! ;-)
3) La tempistica sbagliata: 4 post in un giorno o niente per un mese? L’equilibrio giusto dipende da quanto siete interessanti o simpatici, dal tema e dal tipo di aggiornamenti (news o pubblicità di prodotto? Eventi locali o approfondimenti?). La virtù sta sempre nel mezzo.
4) Non targetizzare i post: mandare tutto a tutti? Ecco un ottimo modo per annoiare il mondo intero. In ogni momento, per ogni post su una Pagina posso usare uno dei tanti utili strumenti a disposizione per decidere a quali gruppi di utenti Facebook far vedere i post.
Si possono decidere le lingue in cui comunicare (scrivo un post in finlandese e faccio in modo che mi leggano solo coloro che usano il finlandese), i paesi in cui comunicare (Italia, USA o entrambi, per esempio), ecc.. Qualche esempio: scrivo una battuta… femminista e la faccio leggere solo alle donne scegliendo di mostrarla solo al genere femminile: pubblico una degustazione di Treviso scegliendo un bacino di 70 km attorno alla città; a Catania farò lo stesso, senza tediare tutta Italia con inviti improbabili.
5) Non controllare, commentare e, quando opportuno, condividere i “post degli altri”: è come non rispondere a chi saluta per strada. Bella figura e tanta..simpatia? Inoltre si perdono delle opportunità (magari degli ordini). Può trattarsi di un cliente che segnala una bella iniziativa, manda una foto simpatica con un prodotto, fa un complimento. Dai post degli altri traggo sempre grandi soddisfazioni.
Idem per i messaggi.
Ci vuole inoltre tempestività: dall’altra parte ci si attende una risposta a stretto giro di…sms, non di posta ordinaria.
Tutto scontato? Siete bravi.
Ci sarà sempre, comunque, qualche nuovo strumento da affinare. Teniamo sotto controllo le statistiche come indicatore di cosa funziona e piace.
Il successo su Facebook può sembrare solo questione di buon senso, ma chi non è “nato digitale” talvolta fatica a interiorizzare certe logiche proprie dei social media.
Chiara Tonon
Siete proprio sicuri?
Controllate qui sotto se siete esenti dai 5 errori più comuni che – prima o poi – tutti rischiamo di commettere su Facebook.
Perché tutti siamo utilizzatori, ma pochi sono accorti comunicatori!
Ecco gli errori da evitare:
1) Contenuti di bassa qualità: i post che si pubblicano devono sempre essere originali (il web punisce le repliche), interessanti, esteticamente gradevoli, scritti con ortografia e sintassi corrette.
Se non siete in grado di soddisfare questi requisiti, le soluzioni sono varie: dalla formazione, alla richiesta di consulenza alla condivisione di post di altri più bravi.
Inoltre non è consigliabile ripubblicare ossessivamente sempre le stesse cose. La gente si stufa facilmente e basta un click per “smettere di seguire” o segnalare come spam.
2) Foto sbagliate: Facebook richiede formati e qualità ben precise delle foto, che saranno di taglio orizzontale o quadrato, in varie proporzioni, a seconda della posizione nella pagina. Altrimenti la visualizzazione sarà monca, tronca, sfuocata. Se invece le foto sono troppo "pesanti" ci vorrà troppo tempo per visualizzarle su mobile.
Sfatiamo anche il mito del “si può fare tutto con il cellulare”. È vero e non è vero, per le foto. È vero solo se c’è buon gusto, mano ferma, senso dell’inquadratura e un po’ di fotoritocco, dopo: non per niente è nato Instagram. Ma non sarà mai come il lavoro di un fotografo - e una foto malfatta resta tale con tutto il fotoritocco del mondo.
Dei video girati con il cellulare non voglio neanche parlare, come delle foto rubate (magari ancora con il watermark in vista).
Non credete a Fiorello: la pubblicità di questi giorni non è stata girata con il cellulare! ;-)
3) La tempistica sbagliata: 4 post in un giorno o niente per un mese? L’equilibrio giusto dipende da quanto siete interessanti o simpatici, dal tema e dal tipo di aggiornamenti (news o pubblicità di prodotto? Eventi locali o approfondimenti?). La virtù sta sempre nel mezzo.
4) Non targetizzare i post: mandare tutto a tutti? Ecco un ottimo modo per annoiare il mondo intero. In ogni momento, per ogni post su una Pagina posso usare uno dei tanti utili strumenti a disposizione per decidere a quali gruppi di utenti Facebook far vedere i post.
Si possono decidere le lingue in cui comunicare (scrivo un post in finlandese e faccio in modo che mi leggano solo coloro che usano il finlandese), i paesi in cui comunicare (Italia, USA o entrambi, per esempio), ecc.. Qualche esempio: scrivo una battuta… femminista e la faccio leggere solo alle donne scegliendo di mostrarla solo al genere femminile: pubblico una degustazione di Treviso scegliendo un bacino di 70 km attorno alla città; a Catania farò lo stesso, senza tediare tutta Italia con inviti improbabili.
5) Non controllare, commentare e, quando opportuno, condividere i “post degli altri”: è come non rispondere a chi saluta per strada. Bella figura e tanta..simpatia? Inoltre si perdono delle opportunità (magari degli ordini). Può trattarsi di un cliente che segnala una bella iniziativa, manda una foto simpatica con un prodotto, fa un complimento. Dai post degli altri traggo sempre grandi soddisfazioni.
Idem per i messaggi.
Ci vuole inoltre tempestività: dall’altra parte ci si attende una risposta a stretto giro di…sms, non di posta ordinaria.
Tutto scontato? Siete bravi.
Ci sarà sempre, comunque, qualche nuovo strumento da affinare. Teniamo sotto controllo le statistiche come indicatore di cosa funziona e piace.
Il successo su Facebook può sembrare solo questione di buon senso, ma chi non è “nato digitale” talvolta fatica a interiorizzare certe logiche proprie dei social media.
Chiara Tonon
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