Ultimamente si sente sempre più parlare di visual marketing...
Di cosa si tratta, come si fa e perchè può essere utile alle PMI?
Il visual marketing è quella branca del marketing che porta al centro della comunicazione gli aspetti visivi dell’oggetto (bene o servizio) che in questo modo raggiunge il pubblico, come sunto tra immagine ed emozione e non più o non tanto come risposta tecnica a un’esigenza pratica.
Da non confondere con il visual merchandising, che invece attiene più alle scelte di allestimento del punto vendita.
Il trend visuale non è una vera novità: la TV, a partire dalla sua diffusione negli anni ’50 e ’60, ci ha abituato, con il carosello prima e con le pubblicità commerciali poi, a un uso sempre più ampio dell’immagine connotata emozionalmente e correlata all’oggetto in modi sempre meno razionali.
Pensiamo alle pubblicità delle auto, che è facile: mica ci mostrano il motore e ci spiegano come sono fatti i carburatori: ci fanno sentire il suono perfetto della portiera che si chiude o ci mostrano la libertà di correre all’infinito in paesaggi mozzafiato.
Attualmente il dilagare dei social network e la loro evoluzione in senso visual è il dato che sta tenendo banco.
In parole povere: Instagram contro Twitter e l’evoluzione di Facebook, sempre meno testuale e più visiva.
Se peschiamo nelle nostre tasche e guardiamo al nostro cellulare pensando a com’era fatto 5 o 10 anni fa, non serve tanta teoria: le dimensioni dello schermo parlano da sole.
Le PMI per cominciare cosa possono o devono fare?
Cogliere opportunità tutto sommato facili, accessibili e (quasi) gratuite:
1) accorciare i testi e fare più attenzione alle immagini (più belle, più grandi)
2) prendersi un fotografo di fiducia (il copywriter c’è già, no?)
3) dare spazio all’emozione nella vendita (che le cose funzionino è dato per scontato, come per le auto)
E se siete già su Facebook e LinkedIn, pensate a Instagram (che poi si collega facilmente a Facebook) o Pinterest, a seconda del settore.
Perché?
Perché in un mondo dove tutto si fa rapido, tutto scorre, tutto è veloce, per colpire al cuore c’è solo un istante e l’immagine è più veloce, assolutamente immediata.
Rispetto alla parola, parlata o scritta.
La nostra cultura è diventata prevalentemente visiva a partire dall’invenzione dell’alfabeto, migliaia di anni fa.
Solo un odore potrebbe essere più intimo ed efficace. Ma non c’è ancora un social per questo.
Chiara Tonon
Di cosa si tratta, come si fa e perchè può essere utile alle PMI?
Il visual marketing è quella branca del marketing che porta al centro della comunicazione gli aspetti visivi dell’oggetto (bene o servizio) che in questo modo raggiunge il pubblico, come sunto tra immagine ed emozione e non più o non tanto come risposta tecnica a un’esigenza pratica.
Da non confondere con il visual merchandising, che invece attiene più alle scelte di allestimento del punto vendita.
Il trend visuale non è una vera novità: la TV, a partire dalla sua diffusione negli anni ’50 e ’60, ci ha abituato, con il carosello prima e con le pubblicità commerciali poi, a un uso sempre più ampio dell’immagine connotata emozionalmente e correlata all’oggetto in modi sempre meno razionali.
Pensiamo alle pubblicità delle auto, che è facile: mica ci mostrano il motore e ci spiegano come sono fatti i carburatori: ci fanno sentire il suono perfetto della portiera che si chiude o ci mostrano la libertà di correre all’infinito in paesaggi mozzafiato.
Attualmente il dilagare dei social network e la loro evoluzione in senso visual è il dato che sta tenendo banco.
In parole povere: Instagram contro Twitter e l’evoluzione di Facebook, sempre meno testuale e più visiva.
Se peschiamo nelle nostre tasche e guardiamo al nostro cellulare pensando a com’era fatto 5 o 10 anni fa, non serve tanta teoria: le dimensioni dello schermo parlano da sole.
Le PMI per cominciare cosa possono o devono fare?
Cogliere opportunità tutto sommato facili, accessibili e (quasi) gratuite:
1) accorciare i testi e fare più attenzione alle immagini (più belle, più grandi)
2) prendersi un fotografo di fiducia (il copywriter c’è già, no?)
3) dare spazio all’emozione nella vendita (che le cose funzionino è dato per scontato, come per le auto)
E se siete già su Facebook e LinkedIn, pensate a Instagram (che poi si collega facilmente a Facebook) o Pinterest, a seconda del settore.
Perché?
Perché in un mondo dove tutto si fa rapido, tutto scorre, tutto è veloce, per colpire al cuore c’è solo un istante e l’immagine è più veloce, assolutamente immediata.
Rispetto alla parola, parlata o scritta.
La nostra cultura è diventata prevalentemente visiva a partire dall’invenzione dell’alfabeto, migliaia di anni fa.
Solo un odore potrebbe essere più intimo ed efficace. Ma non c’è ancora un social per questo.
Chiara Tonon
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