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Competenze o Carattere? Il Dilemma è un Falso Problema

Nel selezionare un futuro collaboratore imprenditori (e con loro talent manager, recruiter e affini) pare si pongano talvolta il seguente dilemma: è meglio una persona con ottime capacità relazionali e poche competenze oppure una con molte competenze ma magari potenzialmente poco sorridente o comunicativa*?

Secondo me si tratta di un Falso Problema e te lo dimostro con un semplice esempio.

Poniamo che tu, imprenditore, abbia bisogno di una consulenza di marketing, nello specifico su una promozione verso i tuoi clienti.
Mi scegli perché sono più simpatica e lavoro in un’agenzia di colleghi felici e affiatati, che amano bersi l’aperitivo insieme il venerdì sera o perché ti fornisco dati a supporto del lavoro che intendo svolgere per la tua azienda e ti offro delle buone idee?

Sicuramente perché pensi che possa essere utile al fatturato della tua impresa e alla sua crescita. Perché possa apportare degli stimoli, dei benefici, un know how che non trovi nel tuo parco attuale di collaboratori o in altri fornitori.
Se poi sorrido e sono piacevole con te e con i tuoi collaboratori, tanto meglio, sarà più facile e gradevole collaborare.

Perché il ragionamento dovrebbe essere diverso per un collaboratore interno?
Oltretutto si immagina debba passare più tempo con l'azienda, e quindi apportare benefici prolungati nel tempo, avendo tempo di ambientarsi e adeguarsi o "con-formarsi" allo stile aziendale.

Il team building, un bel modo di presentarsi e, in generale una felice gestione dei rapporti interpersonali sono elementi fondamentali della vita e della crescita in un’azienda, ma non possono mettere in ombra la necessità di effettuare una selezione per competenze e, in seguito, un’adeguata formazione tecnica di supporto e miglioramento per coltivarle.


Ho scelto l’esempio del marketing perché a tutti sarebbe sembrato troppo facile e forse estremo portare l’esempio del medico chirurgo o dell’ingegnere civile.


  • Chi vorrebbe in sala operatoria un chirurgo barzellettiere che ha passato gli esami con il minimo e ha una media incerta di successi, piuttosto di uno che non saluta ma non ha perso un paziente per propria negligenza in tutta la sua lunga carriera?
  • Chi vorrebbe un ingegnere molto efficace nella formazione e nella vendita, ma deboluccio nel calcolo, a capo della progettazione di una diga sopra casa propria?
  • Chi vorrebbe per i propri figli un insegnante di italiano, matematica o inglese incompetente, ma tanto gentile?!


È indubbio che un saper convivere civile sia dovuto in ogni ambito delle relazioni umane e che chi ha responsabilità manageriali a maggior ragione non può essere (non dovrebbe essere) uno psicopatico, ma piuttosto una persona attenta alla gestione delle persone e dei gruppi di lavoro.

Proprio per questo non sono per nulla d’accordo nella sottovalutazione delle capacità “di scuola”, che anzi vanno lungamente affinate  e perfezionate, insieme a quelle relazionali, nel corso degli anni di lavoro.

Le persone sono fatte di tanti aspetti e possono migliorare in tutte le aree. 

Possono coltivare talenti sia nella comunicazione sia negli aspetti più tecnici e, negli anni, tutti possiamo diventare sia più bravi sia più saggi. 

Le esperienze - buone e cattive - ci forgiano sia nelle abilità sia nel carattere.

Per questo quanto vedo articoli e post che - semplifico - inneggiano alle persone “di buon carattere”, che sarebbero più utili all’imprenditore di quelle “competenti” e vedo tante persone concordemente plaudire, mi chiedo con un po’ di sbigottimento:
“Più utili a far cosa”?

E lascio a voi la risposta.

Chiara Tonon

* oltretutto la valutazione è effettuata in fase di colloquio (sotto stress) e per un tempo molto parziale in ambientazione "difficile" o con test di (dubbia per definizione) validità.

Commenti

  1. Ciao Chiara,

    Molto interessante il tuo articolo, che ho trovato su LinkedIn e nel quale ho riconosciuto situazioni che trovo frequentemente.
    Secondo me, e senza dover ricorrere a estremi, le capacità comunicative sono già imprescindibili in determinate figure professionali, quelli che hanno a che vedere con clienti e non parlo semplicemente di simpatia.
    Invece la mia opinione nel riguardo a collaboratori interni è che insieme a simpatia e capacità professionale non può assolutamente mancare una cultura aziendale condivisa.
    Sicuramente la tua esperienza della zona, Veneto, sia più ampia di quella mia.

    Manuel Algaba Cortés

    RispondiElimina
  2. Grazie Manuel per il commento e la simpatia. Buon lavoro!

    RispondiElimina

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