Ti sei mai chiesto seriamente perché partecipi alle fiere come espositore?
Se sei un entusiasta mi dirai: “Per incontrare i clienti e vendere!”
Se non sei entusiasta mi risponderai: “Per far vedere che ci siamo ancora… ma ormai non serve a niente. Nessuno porta a casa ordini dalle fiere...”.
Quale sia la tua motivazione, visto che i mq costano, il viaggio costa, l’ospitalità costa, vale la pena farlo bene, no?Perchè "mettere in mostra", non basta più. Lo sappiamo tutti.
E allora vediamo i principi guida della comunicazione in fiera:
1. Brand e prodotto al centro!
2. Accoglienza
3. Qualità coerente, dalla moquette alla bevanda che eventualmente offrite all’ospite
Fin da lontano lo stand deve parlare in modo riconoscibile e unico di te e del tuo prodotto.
Non essere timido! La fiera non è il luogo del pudore, ma il mercato per eccellenza, un palcoscenico unico e di pochi giorni, dove i riflettori si accendono per tutti, ma devono illuminare te, possibilmente. In ogni caso: meglio un logo grande che tanti piccini.
Lo stand deve essere il tuo totem.
Se poi non bastano logo e luci, pensa a musica, profumi e persone per attrarre l’attenzione, almeno in alcuni momenti di ciascun giorno della manifestazione.
L’accoglienza è fondamentale. Cortesia, attenzione al cliente, sorrisi, bellezza, moda, un po’ di ironia e originalità. Anche se vendi brugole. Direi anzi, soprattutto, se vendi brugole.
Dopo gli stand-castello o stand-fortezza di moda negli anni ’90, siamo nel trend della socialità.
Regalo qualche idea: pensate al salotto, all’osteria o al bar e al vecchio cinema come modelli per i vostri stand per attrarre e interessare il vostro target. Divani, tavoli per discutere e dispiegare progetti, per sorseggiare un prosecco durante le trattative, per mostrare la superiorità dell’Italian Life-Style, dalla presentazione alla… brugola!
La qualità si percepisce anche in fiera e dovrà essere tanto più elevata quanto più alto è il posizionamento del prodotto/servizio che presenti.
Preferisci materiali naturali e pregiati o idee basate sul riciclo o – meglio – il riuso intelligente piuttosto che il solito stand tutto-cartongesso o materiali sintetici.
Magari aiutato da un architetto giovane che con qualche idea brillante, anche a basso budget, ti farà trovare lo stile giusto. E, non sorprenderti, potrebbe costarti meno di quelle soluzioni plasticose e preconfezionate spesso così sciatte.
Potresti anche unire le forze con qualche start-up o piccola azienda di nicchia nel settore del mobile e del design che in cambio di un po’ di pubblicità ti presterà i mobili in comodato (co-marketing).
E se il budget non ti consente di andare oltre il tavolino 2x1, stupisci con la forza delle idee e con il sorriso.
Inserisci l’elemento che nessuno si aspetta nel contesto: una pianta (intendo un vegetale vivo) alla fiera di meccanica, per esempio o un Nabucodonosor di Franciacorta alla festa del Prosciutto crudo o una stampa gigante di Arcimboldo alla fiera dell'Ortofrutta…
Chiara Tonon
Se sei un entusiasta mi dirai: “Per incontrare i clienti e vendere!”
Se non sei entusiasta mi risponderai: “Per far vedere che ci siamo ancora… ma ormai non serve a niente. Nessuno porta a casa ordini dalle fiere...”.
Quale sia la tua motivazione, visto che i mq costano, il viaggio costa, l’ospitalità costa, vale la pena farlo bene, no?Perchè "mettere in mostra", non basta più. Lo sappiamo tutti.
E allora vediamo i principi guida della comunicazione in fiera:
1. Brand e prodotto al centro!
2. Accoglienza
3. Qualità coerente, dalla moquette alla bevanda che eventualmente offrite all’ospite
Fin da lontano lo stand deve parlare in modo riconoscibile e unico di te e del tuo prodotto.
Non essere timido! La fiera non è il luogo del pudore, ma il mercato per eccellenza, un palcoscenico unico e di pochi giorni, dove i riflettori si accendono per tutti, ma devono illuminare te, possibilmente. In ogni caso: meglio un logo grande che tanti piccini.
Lo stand deve essere il tuo totem.
Se poi non bastano logo e luci, pensa a musica, profumi e persone per attrarre l’attenzione, almeno in alcuni momenti di ciascun giorno della manifestazione.
L’accoglienza è fondamentale. Cortesia, attenzione al cliente, sorrisi, bellezza, moda, un po’ di ironia e originalità. Anche se vendi brugole. Direi anzi, soprattutto, se vendi brugole.
Dopo gli stand-castello o stand-fortezza di moda negli anni ’90, siamo nel trend della socialità.
Regalo qualche idea: pensate al salotto, all’osteria o al bar e al vecchio cinema come modelli per i vostri stand per attrarre e interessare il vostro target. Divani, tavoli per discutere e dispiegare progetti, per sorseggiare un prosecco durante le trattative, per mostrare la superiorità dell’Italian Life-Style, dalla presentazione alla… brugola!
La qualità si percepisce anche in fiera e dovrà essere tanto più elevata quanto più alto è il posizionamento del prodotto/servizio che presenti.
Preferisci materiali naturali e pregiati o idee basate sul riciclo o – meglio – il riuso intelligente piuttosto che il solito stand tutto-cartongesso o materiali sintetici.
Magari aiutato da un architetto giovane che con qualche idea brillante, anche a basso budget, ti farà trovare lo stile giusto. E, non sorprenderti, potrebbe costarti meno di quelle soluzioni plasticose e preconfezionate spesso così sciatte.
Potresti anche unire le forze con qualche start-up o piccola azienda di nicchia nel settore del mobile e del design che in cambio di un po’ di pubblicità ti presterà i mobili in comodato (co-marketing).
E se il budget non ti consente di andare oltre il tavolino 2x1, stupisci con la forza delle idee e con il sorriso.
Inserisci l’elemento che nessuno si aspetta nel contesto: una pianta (intendo un vegetale vivo) alla fiera di meccanica, per esempio o un Nabucodonosor di Franciacorta alla festa del Prosciutto crudo o una stampa gigante di Arcimboldo alla fiera dell'Ortofrutta…
Chiara Tonon
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